XXVIII GIORNATA DELLA MEMORIA E DELL’IMPEGNO IN RICORDO DELLE VITTIME INNOCENTI DI MAFIA

Nell’Istituto Pirelli siamo arrivati al  terzo incontro dell’anno della nostra “Staffetta della memoria” che ha l’obiettivo di passare il testimone della memoria ai nostri giovani studenti.

Ogni 21 marzo, primo giorno di primavera, si  celebra dal 2017 la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, perché in quel giorno di risveglio della natura si rinnovi la primavera della verità e della giustizia sociale.

L’associazione Libera, nata con lo scopo di creare una società libera dalle mafie, dalla corruzione e da ogni forma di illegalità, ha origine dalla volontà del suo presidente don Luigi Ciotti e di una donna, Saveria Antiochia , madre di Roberto, un poliziotto crivellato da colpi di kalashnikov mentre accompagnava a casa il vice questore Cassarà. Insieme ad un’altra donna, Carmela, la mamma di Antonio Montinaro, ucciso con Giovanni Falcone, di cui era il caposcorta hanno ritenuto necessario il ricordo di tutte le vittime di mafia, anche delle meno note

E’ proprio per questo che dal 1996 Libera propone in tanti luoghi in Italia e nel mondo  la lettura dei nomi di tutte le vittime innocenti delle mafie, più di 900, raccolti dai volontari con una ricerca attenta sul territorio.

Quest’anno Libera ha scelto nel 2023 di proporre la manifestazione a Milano con lo slogan “E’ possibile”

Cosa è possibile? tutto ciò che possiamo fare per affermare i diritti e la giustizia sociale .

In un momento storico in cui le difficoltà sono numerose, con la crisi ambientale, sociale ed economica aggravata dalla pandemia e la vulnerabilità politica internazionale provocata dalla guerra, dobbiamo trovare insieme la strada per cambiare le cose.

L’attività del nostro Istituto è volta a  promuovere la consapevolezza della necessità di difendere i diritti umani e la giustizia per tutti, con particolare attenzione alle donne che subiscono atti di violenza di genere praticata in tante forme: violenza fisica, femminicidio, vessazioni psicologiche, ricatti, minacce e persecuzioni, oppressioni economiche, abusi sessuali. Una violenza che nasce dalla crisi del patriarcato, del sistema diffuso del dominio degli uomini sulle donne; che è crisi di potere. Che trova le sue radici nella escalation del nuovo machismo, direttamente proporzionale al crescere dell’autonomia delle donne e alla fragilità del genere maschile. Una violenza diffusa, con legami stretti tra contesti mafiosi e non.

Alcuni studenti delle classi terze  hanno dato voce a 10 donne, note e meno note. Le storie  che hanno proposto ai loro  compagni sono anche esempi di lotta, di emancipazione e di affrancamento dagli ambienti criminali, che in alcuni casi, come quello di Lea, diventano scelte importanti di radicale cambiamento.

Altri ragazzi di diverse classi hanno letto i nomi di alcune donne  vittime di mafia perchè sappiamo per certo che non c’è storia senza memoria.

Abbiamo poi voluto concludere con la testimonianza diretta di Rosaria Schifani, ascoltando l’accorato grido di dolore pronunciato durante il  funerale del marito Vito Schifani e di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro a  Palermo il 25 maggio 1992

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